Hai avuto un ritardo nel ciclo mestruale, hai fatto il test di gravidanza: le lineette parlano chiaro, sei incinta, aspetti un bambino! Che gioia, sei al settimo cielo! Ma ora, che si fa? Da dove si comincia a monitorare la gravidanza? Quali esami devi fare? Hai sentito parlare le tue amiche già mamme di translucenze, curve glicemiche e altri esami, ma non sai in che periodo vanno fatti né tantomeno in cosa consistono.
Niente panico, con questa checklist ti diciamo noi tutti i test e gli esami a cui dovrai sottoporti per verificare che il tuo piccolo stia bene e stia crescendo sano e forte per tutti i nove mesi. Sì, è vero, gli esami non saranno pochi, ma è per il bene del bambino e anche del tuo, e poi sappiamo che questo piccolo sacrificio sarà ripagato da una gioia grandissima: l'arrivo del tuo cucciolo!
Gli esami del primo trimestre di gravidanza
Il primo trimestre è quello più emozionante, forse. Quello in cui si scopre la lieta notizia, magari tramite un test di gravidanza comprato in farmacia. Ma per essere davvero certe che la gravidanza sia stata avviata, conviene fare anche un BetaHCG.
Il BetaHCG è un prelievo del sangue, che rileva la produzione di questi ormoni, la quale di solito avviene proprio in concomitanza della gravidanza. Così ne sarai certa al 100% e potrai cominciare l'iter delle visite mediche con più serenità.
Appena dopo il BetaHCG, questa è la visita più importante, se non la più emozionante. Se hai già un ginecologo di fiducia, rivolgiti al tuo specialista; altrimenti, scegline uno privato o
presso una struttura pubblica.
Con una semplice ecografia interna, il medico verificherà la presenza del feto e che sia tutto a posto. Ti chiederà dati sulla tua storia clinica pregressa e su quella della tua famiglia, per verificare anche la presenza di eventuali malattie croniche che potrebbero rendere difficoltosa la gravidanza (ipertensione, diabete). Poi ti peserà e ti indicherà la data presunta del parto, basandosi sull'ultima tua mestruazione. A questa visita, se puoi, porta anche il partner: sarà ancora più emozionante sentire il battito del cuoricino del vostro bambino mano nella mano!
Da questo momento in poi, le visite si susseguiranno una volta al mese.
Da adesso in poi, farai numerosi esami del sangue e delle urine (circa una volta al mese in base alla richiesta del proprio medico). Questi serviranno a escludere Hiv, rosolia, epatite e toxoplasmosi.
Se sarai negativa alla toxoplasmosi, dovrai poi ripetere il test anche più avanti, per accertarsi che l'infezione non si presenti, poiché è molto pericolosa. In quanto alla rosolia, se non l'hai già avuta o non sei già vaccinata, dovrai fare come per
la toxoplasmosi esami anche più avanti per verificare che non si manifesti. Per Hiv ed epatiti, anche il papà si dovrà sottoporre all'esame del sangue per escluderne la presenza. Nel frattempo, si verificherà il gruppo sanguigno.
In base a diversi parametri, tra cui anche la tua età anagrafica, il tuo ginecologo ti prescriverà dei test per le malattie genetiche. Quali? Per esempio, la
translucenza nucale e il bitest, che hanno l'obiettivo di escludere la sindrome di Down, l’anomalia cromosomica più comune.
La translucenza nucale è un esame non invasivo, che viene eseguito di solito
fra l’undicesima e la quattordicesima settimana di gestazione: si misura il liquido che si
forma dietro la nuca del feto e in base al dato ottenuto, si cerca di capire statisticamente se il bambino rientra nei casi di sindrome di Down. Non è un esame sicuro al 100% però.
Per escludere con certezza la presenza di queste anomalie cromosomiche, bisogna fare la villocentesi (da eseguire tra l'undicesima e la tredicesima settimana) o l'amniocentesi (tra la sedicesima e la diciottesima), esami più invasivi e pericolosi: vi è un rischio di aborto spontaneo, pari all'1% dei casi, infatti.
Se il medico lo ritiene opportuno, potresti dover fare anche particolari esami del sangue, per escludere patologie, come fibrosi cistica, anemia mediterranea, sordità congenita,
atrofia muscolare spinale e sindrome dell’X fragile.
Tutti questi esami verranno prescritti, comunque, solo se il tuo medico curante lo riterrà davvero necessario, quindi tranquilla, potresti non doverli affrontare.
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Gli esami del secondo trimestre di gravidanza
In questo periodo, il pancione inizia a fare capolino, il seno ad aumentare di qualche taglia e in via teorica dovrebbero ridursi i fastidi tipici del primo trimestre, come la nausea e il
vomito. Anche questo periodo è caratterizzato da esami particolarmente emozionanti
come...
È un'ecografia del tutto speciale, per immagini, in cui vedrete il faccino del vostro bambino. Parliamo al plurale perché di solito a questo momento tanto atteso partecipa anche il papà. Oltre a verificare che il feto stia crescendo sano e forte, può svelare il sesso del piccolo, sempre che lo vogliate sapere. La morfologica si effettua fra la diciannovesima e la ventiduesima settimana.
Avrai sentito sicuramente di alcuni beveroni a base di zucchero da bere durante particolari esami per la gravidanza. Ecco, è la curva glicemica, prescritto fra la ventisettesima e la ventinovesima settimana. Consiste in due prelievi: il primo a digiuno. Poi dovrai bere una soluzione a base di glucosio e dopo circa un'ora rifare l'esame. Serve a escludere il diabete gestazionale.
Alla fine del secondo trimestre, è consigliabile iscriversi a un corso preparto, tenuti di
solito da ostetriche, in cui poter esporre tutti i propri dubbi riguardo al parto e in cui potrai conoscere altre donne incinte, con cui fare amicizia e confrontarti.
Gli esami del terzo trimestre di gravidanza
In questo periodo, il feto va a formarsi completamente e si prepara per venire al mondo. Il parto potrebbe accadere prima della data presunta, così come dopo: in tal caso, è bene monitorare la cosa con il ginecologo, di modo che possa indurre il parto se il bambino non si decide a nascere di sua sponte. Ma ecco poi gli ultimi esami da fare.
Fino agli sgoccioli, poco prima del parto, dovrai fare le ultime visite ginecologiche per vedere se il bambino sta bene e per controllare se il piccolo è in posizione encefalica, pronto per nascere.
Poco prima del parto, occorre fare questo tampone per escludere eventuali infezioni
da Streptococco beta-emolitico di gruppo B. Si effettua a fine gravidanza, tra la trentacinquesima e la trentasettesima settimana, perché ha la validità di un mese e dunque deve coprire anche eventuali parti oltre termine. Questo microorganismo può essere trasmesso dalla madre al figlio durante il parto, causando infezioni neonatali. Se il tuo tampone risulterà positivo, dovrai sottoporti a una cura antibiotica all'inizio del travaglio per via endovenosa ogni quattro ore, in modo da sterilizzare l'ambiente vaginale e non mettere in pericolo il tuo bambino durante l'espulsione.
Se il bambino tarda a uscire, il medico monitorerà con una certa frequenza se il liquido amniotico è sufficiente e il battito del bambino. Solitamente viene effettuato un tampone a termine per poi ripeterlo con frequenza insieme alle visite ginecologiche per monitorare dilatazione, liquido e posizione del bimbo. Dopo un massimo di due settimane oltre la data
presunta, dovrà indurre il parto con la somministrazione di prostaglandine e ossitocina, per evitare che il piccolo vada in sofferenza.
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