Con il termine francese “doudou” si intende un piccolo quadrato di stoffa, o anche un peluche senza imbottitura, che prima di consegnarlo al bambino rimane a contatto con la mamma e il papà catturandone l’odore; il doudou si trasforma in un oggetto transizionale e aiuta così il neonato a gestire il distacco con le figure genitoriali, soprattutto nel momento che precede il sonno, ma non solo.
Doudou: che cos’è e da dove arriva la tradizione di questo oggetto transizionale?
Arriva dalla Francia una tradizione che anche da noi sta diventando sempre più popolare, quella del doudou; può avere le fattezze di un semplice pezzo di stoffa magari costituito da una testa di animaletto, una bambolina, un orsacchiotto, sarà proprio il tuo bambino a scegliere il suo doudou preferito, capace di infondere fiducia, protezione e sicurezza, per aiutarlo a superare le prime paure e i piccoli momenti di distacco con mamma e papà.
Il doudou rientra così nella categoria degli oggetti transizionali e il primo a dare rilievo a questi oggetti simbolici, fu lo psicanalista inglese Donald Winnicott, che li mise in relazione tra la realtà soggettiva del bambino e la sua percezione oggettiva del mondo esterno, ciò che separa il bambino dalla madre. Come dicevamo in precedenza è il bambino a scegliere il suo doudou preferito tra quelli che ha a disposizione, sperimentando per la prima volta una relazione affettuosa al di fuori di quella con i propri genitori: potrà essere quello dal tessuto più morbido, o quello più ricco di profumi di casa o dei genitori, o quello che riesce a ciucciare più facilmente. Insomma, una vera e propria coccola da portare sempre con sé per calmare la sua ansia da separazione.
Doudou e bambini: istruzioni per l’uso
Un acquisto prima della nascita
Per alcuni genitori e soprattutto per alcune future mamme l’idea di acquistare un doudou ancor prima della nascita del proprio bambino, può essere l’occasione per pensare concretamente al figlio che verrà; e così ecco che le future mamme iniziano a tenere con sé il doudou appoggiandolo sul pancione e permettendo che prenda il proprio odore, immaginando già un primo legame con il proprio bambino. Ma non dimentichiamo che sarà proprio il bambino a fare la scelta del suo doudou preferito e che non necessariamente potrà coincidere con la nostra.
Evitare di lasciare il doudou al neonato nelle prime settimane di vita
Un’altra cosa importante da valutare è che durante le prime settimane di vita del neonato non è raccomandato lasciare il doudou nella culla, perché potrebbe correre il rischio di rimanere a contatto con il volto del bambino che ancora non è in grado di spostarsi autonomamente. Questo potrebbe non essere sicuro per la salute del nostro bambino, meglio quindi rimandare il doudou a partire almeno dai 3-4 mesi del neonato, quando lo avete sotto il vostro controllo.
Dai 6 mesi sì al doudou
Il neonato nei primi sei mesi di vita ha un rapporto esclusivo con la mamma e con il papà, e non ha la capacità di distinguere se stesso da altre figure al di fuori di queste; tra i sei e gli otto mesi di vita, invece il bambino inizia a rendersi conto che anche queste figure sono individui slegati da lui che hanno una propria vita, e che si possono anche allontanare da lui per poi tornare. È proprio questo il delicato momento in cui emerge per la prima volta la consapevolezza nel bambino della separazione dalla figura materna, ed è qui che entra in gioco l’oggetto transizionale. Il nostro doudou potrà essere d’aiuto in tutte quelle fasi di distacco, a seconda delle singole esigenze, dall’inserimento al nido, durante il sonno notturno, fino ad arrivare alla scuola materna.
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Quando è possibile lavare il doudou?
Ma se l’utilità del doudou è quella di calmare il nostro bambino attraverso gli odori di cui è impregnato, come e quando possiamo lavarlo?
Ve lo starete chiedendo in molte, perché si sa quanto le mamme siano attente all’igiene e alla cura dei propri bambini, e l’idea di quella pezzetta di stoffa sempre più sporca che striscia sia in casa che fuori, e che poi viene messa in bocca dal bambino, proprio non vi lascia tranquille. Ebbene possiamo permetterci di tanto in tanto di lavare l’amato amico del nostro bambino, meglio lavarlo di giorno perché si sa che le ore della notte sono le più delicate per i nostri bimbi. Ricordate di lavare in modo sostenibile e favorite saponi e detergenti delicati e neutri.
E se perdiamo il doudou?
Può capitare cari genitori, lasciatevi alle spalle troppi sensi di colpa, la vita sempre più frenetica ma anche una semplice passeggiata all’aria aperta può essere un’occasione per smarrire il tanto amato doudou. Niente paura! Per i bambini più piccoli possiamo optare per un acquisto doppio del doudou prescelto, così da averne uno di scorta in caso di smarrimento o rottura.
Se invece il bambino è un po’ più grande, la perdita del doudou può essere un’opportunità per iniziare il distacco con quello che è stato il suo oggetto transizionale fino a quel momento. La sincerità con il proprio figlio è il primo passo che ci consente di favorire l’elaborazione della perdita al bambino, che sarà grande abbastanza per capire che potrà stare anche senza il suo piccolo amico.
Possiamo alleggerire il dispiacere del nostro bambino mettendo in pratica qualche piccola trucchetto, come incorniciare una sua foto insieme al doudou, o far fare al bambino un disegno del proprio doudou da appendere in cameretta come dolce ricordo.
Il tuo bambino ha un doudou?
Puoi dare il doudou al tuo neonato a partire da 3-4 mesi, quando lo avete sotto il vostro controllo, altrimenti dai 6 mesi.
Si tratta di un oggetto transizionale che aiuta il neonato a gestire il distacco con le figure genitoriali, soprattutto nel momento che precede il sonno, ma non solo. Può donare lui un senso di protezione e sicurezza, per aiutarlo a superare le sue prime paure.
È il bambino a scegliere il suo doudou preferito tra quelli che ha a disposizione, sperimentando per la prima volta una relazione affettuosa al di fuori di quella con i propri genitori.