Dagli Stati Uniti arrivano anche nel nostro paese i programmi di comunicazione destinati ai bambini udenti, al di sotto dei due anni che ancora non sanno parlare, che permettono di aiutare a capire le esigenze del proprio bambino. Il bimbo piange e non riuscite a capirne il motivo, forse avrà fame? Ha bisogno di essere cambiato? Vuole dormire? Ecco perché l’utilizzo della lingua dei segni attraverso gesti simbolici e veri e propri segni, viene considerato come un vantaggio nella relazione tra mamma e bambino. Nel caso dell’Italia si usano i segni della LIS (Lingua dei Segni Italiana).
La lingua dei segni: proporre un segno alla volta a partire dai 6 mesi di vita del neonato
Con l’aiuto del linguaggio dei segni, sarete in grado di capire facilmente cosa intende dirvi vostro figlio, ma prima di essere appreso dal bimbo, questo linguaggio simbolico deve essere appreso dai genitori. Se è vero che potrete iniziare a adottare il linguaggio dei segni a partire dai sei mesi di vita del neonato, è vero anche che il bambino sarà in grado di iniziare ad usare i suoi primi segni intorno ai dieci mesi, quando la sua coordinazione motoria sarà più sviluppata.
Imparare la lingua dei segni può essere un processo più o meno lento a seconda dell’età del neonato, ci vuole tanta pazienza e bisogna insegnare gradualmente un segno per volta. Il consiglio è di iniziare con non più di cinque parole, e solo quando il piccolo sarà in grado di rispondere a quei segni, potranno esserne inseriti di nuovi.
I primi segni che i bambini possono imparare, prima ancora di utilizzare il linguaggio verbale devono essere di facile gestualità, intuitivi e ben definiti, e soprattutto devono essere utilizzati nel contesto interessato e nel momento preciso.
Sono segni che mimano la routine di un neonato:
attività come mangiare, giocare, dormire;
persone come la mamma, la nonna, il papà, il fratello o la sorella;
oggetti come il ciuccio, il latte, il pannolino;
sensazioni come caldo, freddo, dolore
Il linguaggio dei segni: ecco alcuni esempi di segni per il tuo neonato
Iniziamo dai segni più semplici e di uso comune nella routine del vostro bambino, il segreto infatti è quello di introdurre i segni nei discorsi di tutti i giorni; ogni volta ad esempio che usi la parola dormire dovrai eseguire il segno corrispondente ripetendo la parola ad alta voce.
Il linguaggio dei segni: DORMIRE
Sappiamo tutti quanto sia importante trovare una buona routine della nanna per la serenità del bambino, meglio ancora se il piccolo è in grado di segnalarti attraverso i segni che è stanco e pronto per dormire.
Il linguaggio dei segni: MANGIARE
Quando mangiate usate il segno corrispondente pronunciando la sua parola rivolgendovi al bambino, per sapere se anche lui vuole mangiare. La ripetizione dell’uso dei segni è la chiave del successo.
Il linguaggio dei segni: LATTE
Fate il segno latte al vostro bambino quando lo state allattando al seno, o quando gli offrite il biberon, il gesto deve essere esclusivo per non confonderlo con altre cose.
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I vantaggi del linguaggio dei segni dei neonati
Esistono sempre più studi che attestano la validità della metodica del linguaggio dei segni nei neonati udenti; infatti, è confermato che utilizzando la lingua dei segni nei bambini piccoli, porta vantaggi cognitivi nell’evoluzione del loro linguaggio, che è in grado di svilupparsi prima e con migliori risultati rispetto a chi non utilizza la lingua dei segni.
La maggiore comprensione delle esigenze dei più piccoli attraverso il linguaggio dei segni, diminuisce la frustrazione che spesso assale le mamme più apprensive quando non si riescono a capire le ragioni dei pianti del neonato, e aiutano a intuire se ha fame o vuole fare la nanna.
In ultimo il linguaggio dei segni, adottato con i bambini che iniziano un po’ più tardi a parlare, è considerato una buona opportunità per permettere al bambino di esprimere ciò che ancora non ha imparato a verbalizzare, senza creare frustrazione, che in alcuni casi può sfociare in episodi di aggressività.
La lingua dei segni dei bambini: ci sono degli svantaggi?
In realtà non ci sono veri e propri svantaggi nell’utilizzo della lingua dei segni da parte delle mamme e dei propri bambini, anche se è pur vero che si tratta di un metodo di comunicazione “artificiale”, che secondo alcuni esperti può giocare molto sul senso di insicurezza dei genitori che manifestano tante insicurezze nella gestione ed interpretazione dei bisogni del proprio neonato.
La comunicazione tra madre e bambino si attiva spontaneamente fin dai primi mesi di vita attraverso personali modi di comunicare, fatti di sguardi, espressioni, gesti e sorrisi, che ogni mamma deve imparare a conoscere e riconoscere fidandosi del proprio istinto naturale.
Voi cosa ne pensate? Vi piacerebbe imparare ed insegnare questo linguaggio dei segni ai vostri bambini?